Osteopatia e lombalgia

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La lombalgia, comunemente conosciuta come “mal di schiena”, è una sintomatologia dolorosa che colpisce il distretto della parte bassa della schiena (lombare).

Possiamo suddividere la lombalgia in acuta e cronica.

Nel primo caso parliamo di un dolore a comparsa improvvisa e brusca, che però non supera le 6 settimane.

Parliamo invece di lombalgia cronica quando il dolore persiste per almeno 3/6 mesi senza interruzioni.

ANATOMIA E OSTEOPATIA

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L’osteopatia è “Anatomia, anatomia e ancora anatomia”. A.T. Still creatore dell’osteopatia.

Conoscere alcune nozioni di anatomia è fondamentale per comprendere le cause, i sintomi ed infine come l’osteopatia possa aiutare a stare meglio.

Il rachide lombare è quella porzione della colonna vertebrale localizzata inferiormente alla zona dorsale e superiormente all’osso sacro. Forma una lordosi, ossia una curva con convessità anteriore e concavità posteriore.

E’ formato da 5 vertebre da L1, che partecipa a formare l’articolazione Dorso-Lombare, fino ad L5, che partecipa a formare l’articolazione Lombo-Sacrale. Le vertebre formano articolazioni tra di loro, di cui fanno parte anche i dischi vertebrali.

Così come negli altri tratti della colonna, anche attraverso il rachide lombare passa il midollo spinale, che in questa sede forma il plesso lombare, ossia un insieme di nervi che si portano fino agli arti inferiori.

Questa zona è anche sede di origine ed inserzione di molti muscoli, tra i più famosi troviamo: il quadrato dei lombi, il diaframma, l’ileo-psoas e i paravertebrali.

Infine il rachide lombare ha delle importanti connessioni viscerali sia neurologiche che biomeccaniche, infatti la zona addominale è sede dell’apparato gastro-intestinale e di quello uro-genitale.

CAUSE DELLA LOMBALGIA

Le cause della lombalgia sia nel contesto acuto che cronico sono varie: muscolo-scheletriche, viscerali, bio-psico-sociali e molte altre.

Potenzialmente qualsiasi struttura del rachide lombare avente innervazione può essere causa di lombalgia e di dolore irradiato fino alle anche e agli arti inferiori.

Quello che ci interessa sapere è che nel 97% dei casi sono cause di tipo meccanico, nel 2% dei casi viscerali e solo nel 1% dei casi sono cause non meccaniche.

Tra le cause meccaniche troviamo soprattutto problemi muscolari, seguiti da problemi di degenerazione (artrosi) articolare e solo in minima parte le cause sono dovute ad ernie. Raramente le cause coinvolgono problemi neurologici gravi, spondilolistesi, osteoporosi e altro.

Altre statistiche di rilievo ci indicano che:

  • 2 adulti su 3 soffrono di lombalgia durante la loro vita
  • E’ il secondo sintomo più comune che porta la persona dal medico
  • E’ la causa più comune e costosa di infortunio connesso al lavoro
  • C’è un elevato riscontro di soggetti asintomatici in presenza di alterazioni anatomiche rilevate tramite esami strumentali (rx, risonanze ecc…)

Collegandoci a quest’ultima statistica possiamo dire quanto sia difficile fare una diagnosi certa in base ai risultati clinici e strumentali.

SINTOMI DELLA LOMBALGIA

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Sicuramente il sintomo più comune è il dolore circoscritto alla zona lombare, che può essere diffuso, localizzato, ma anche irradiare a zone distanti, può accompagnarsi a sintomi neurologici come formicolio e alterata sensibilità e può scatenarsi con modalità e timing diversi. Inoltre il dolore può essere accompagnato da sintomi viscerali (gonfiore, dolore addominale ecc…) e su questo dedicherò un articolo a parte.

Ma ciò che mi preme descrivere in questo capitolo non è la descrizione didattica dei sintomi, ma vorrei soffermarmi sulle conseguenze.

Il paziente spesso vuole una risposta, un colpevole e abbiamo visto come nella maggior parte dei casi sia impossibile imputare un sintomo ad una specifica parte anatomica.

Il paziente spesso crea una sua credenza attorno al sintomo aggravando così la situazione (effetto nocebo).

Bisogna dunque comprendere come l’origine della lombalgia non può essere collegata solo a problemi strettamente anatomici, ma anche a cause emotive e comportamentali (stress, paure ecc…).

Nella mia esperienza sento spesso dire ai pazienti che gli è stato riferito di non poter più fare attività fisica e di fermarsi completamente senza però spiegare il perché. Questo comporta la creazione di una paura ingiustificata nel paziente, che adotterà strategie di difesa mentali e fisiche che spesso non fanno altro che peggiorare la situazione.

Ovviamente ci sono delle situazioni in cui è meglio fermarsi, ma bisogna sempre essere chiari col paziente e soprattutto spronare a riprendere le attività laddove è possibile.

Per fare questo diventa fondamentale non solo comprendere la sintomatologia del paziente, ma anche i fattori di rischio.

FATTORI DI RISCHIO DELLA LOMBALGIA

Due sono i fattori di rischio su cui vorrei soffermarmi: la sedentarietà e le false credenze.

Per quanto riguarda la prima credo che ormai sia risaputo come sia un fattore di rischio per molte affezioni. Sappiamo infatti come la poca attività motoria durante la giornata possa portare problemi a tutti gli apparati non solo a quello muscolo-scheletrico.

Con false credenze si intende quelle informazioni ormai sentite molte volte da vari canali di informazione, che sono diventate delle verità per la maggior parte delle persone. Alcuni esempi: “sollevare pesi fa male alla schiena”; ”la postura sbagliata ti fa venire la lombalgia e la cervicalgia”; “se hai mal di schiena devi rinforzare gli addominali” ecc…

Su ognuna di queste potrei scrivere un articolo a parte, per ora è importante sapere che non è la “postura sbagliata” il problema, ma è la posizione mantenuta troppo a lungo, qualsiasi essa sia.

OSTEOPATIA

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Diverse sono le terapie proposte per far fronte alla lombalgia: farmacologica, strumentale, motoria, manuale ecc…

Tra le terapie manuali troviamo l’osteopatia, che può essere di aiuto soprattutto per i casi cronici.

Ma come può aiutare?

L’osteopatia si basa sul principio che il corpo umano è in grado di adattarsi e di regolarsi autonomamente e il compito dell’osteopatia è scoprire e rimuovere tutte quelle problematiche che lo impediscono.

Per questo non esiste un protocollo identico per tutti i pazienti e quindi gli approcci potrebbero essere molto diversi da persona a persona.

Dopo un’approfondita raccolta dati, seguono diversi test posturali ed osteopatici nel contesto muscolo-scheletrico e viscerale, per poi iniziare un trattamento mirato a rimuovere le disfunzioni rilevate.

Sarà premura dell’osteopata ricercare e collegare tutte le cause possibili della lombalgia: squilibri muscolari, mobilità alterata, vizi posturali, analisi dei gesti motori, mobilità viscerale e altro ancora.

Molte cose possono dunque influenzare la lombare, ma in particolar modo l’attenzione cadrà sugli arti inferiori, sul bacino e sull’addome.

Le tecniche utilizzate sono diverse: sui tessuti molli, tecniche di mobilità articolare, tecniche funzionali, tecniche viscerali e altre ancora. Dunque le armi a disposizione di un osteopata non si fermano solo alle famose tecniche manipolative che possiamo vedere ampiamente sul web.

L’UNIONE FA LA FORZA

Come avete potuto comprendere l’osteopatia è una terapia olistica e in quanto tale prende in considerazione tutto l’organismo.

Per questo motivo l’unione di più terapie può fare ulteriormente la differenza nell’approccio alla lombalgia.

In particolar modo da chinesiologo ci tengo ad evidenziare che è fondamentale il movimento, concetto tra l’altro al centro della filosofia osteopatica.

Unendo le terapie manuali ad un approccio attivo di movimento (esercizi, sport ecc..) si possono avere risultati migliori, più veloci e duraturi.

Riccardo Bagagli
Osteopata, Chinesiologo, Massaggiatore sportivo, Preparatore atletico

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